Al via il piano nazionale Industria 4.0

Al via il piano nazionale Industria 4.0

 

Ma in cosa consiste e quali sono le novità rispetto ai programmi passati?

Partiamo dal fatto che il piano "Industria 4.0" deve il suo nome dal nuovo modello di organizzazione industriale sviluppato già in Germania qualche anno fa e che ha trovato diffusione anche nel resto del mondo con la definizione di “Industry 4.0” conosciuto anche come "quarta rivoluzione industriale".

Ebbene si, oggi ci troviamo a vivere l'esperienza della quarta rivoluzione industriale, e giusto per rispolverare l'esame di storia dell'organizzazione industriale, ricordiamo che la prima rivoluzione industriale verso la fine del 18° secolo vedeva l' introduzione della potenza del vapore per il funzionamento degli stabilimenti produttivi, la seconda, ad inizio 20° secolo, vide l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio nei processi produttivi, ma fu solo nei primi anni 70 con la terza rivoluzione industriale, che l'elettronica e l'IT fanno il loro ingresso per automatizzare ulteriormente la produzione.

L’elemento fondamentale della quarta rivoluzione industriale è l’applicazione sistematica della tecnologia nei processi industriali, ma attenzione non della tradizionale tecnologia che in molti casi rimane fine a se stessa anche perchè priva di semplificazioni interpretative e di utilizzo, ma della tecnologia "IoT" acronimo di "Internet of things".

Quindi il key driver della quarta rivoluzione industriale è dato dall' utilizzo di macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad internet, e parliamo di connessione tra sistemi fisici e digitali , analisi complesse attraverso Big Data e adattamenti real-time.

L' "IoT" o "Internet of things" consiste in una forma di tecnologia intelligente, a supporto di un utente , e potremmo chiederci quale sia l'elemento di rottura rispetto al passato, ma sopratutto quale reale supporto darebbero queste tecnologie ad un utente o impresa?

Senza entrare in tecnicismi, un esempio potremmo prenderlo dalla domotica.

L'attuale tecnologia domotica legata al riscaldamento di casa, ci consente di poter avviare i riscaldamenti mentre siamo di ritorno a casa in una fredda serata invernale.

Con l'avvento dell' IoT il mio dispositivo potrebbe verificare, attraverso il localizzatore gps, dove mi trovo, stimare entro quanto tempo rientrerò a casa, e sulla base dei miei attuali consumi e della fascia relativa all'orario di ingresso, stimerà a che ora avviare il riscaldamento, e la potenza ottimale per riscaldare casa ottimizzando costi e consumi.

Sembra fantascienza o poco plausibile? e gli attuali sistemi auto frenanti nelle recenti vetture? le varie scatole "nere" che rilevano il nostro comportamente di guida facendoci risparmiare sul premio assicurativo? Oltre che costituire un deterrente in caso di furto? Queste sono applicazioni legate alla IoT.

Tutto ciò rappresenta solo la punta dell'iceberg, immaginiamo per il retail nel settore Fashion il contributo che possono dare queste tecnologie.

L'IoT è destinato a cambiare radicalmente il nostro modo di essere clienti, intervenendo direttamente sulla experiece di acquisto dei clienti grazie alle applicazioni di mobile commerce che sono alla base di progetti di omnichannel dai sistemi di pagamento fino al proximity marketing.

Il concetto è molto semplice: sensori di ogni sorta possono essere collocati in magazzini e negozi, interagire con gli smartphone dei consumatori, e grazie alla connessione con la rete internet e le reti wifi nei punti vendita inviare enormi volumi di dati ai sistemi informativi del retailer per una gamma molto vasta di obiettivi, tra cui aumentare la loyalty dei clienti (per esempio tramite promozioni personalizzate in tempo reale), aumentare le vendite (anche attraverso cross selling e up selling), rafforzare il brand, migliorare i livelli di servizio (per esempio sfruttando in tempo reale i dati di comportamento dei consumatori in negozio per ispirare il comportamento dei commessi dotati di tablet), migliorare i tassi di rotazione delle scorte, e abbattere i costi di magazzino.

Vediamo nello specifico quali sono gli aspetti innovativi e i benefici concreti per le aziende previste del piano "Industria 4.0" presentato dal Ministero dello sviluppo economico.

Industria 4.0 richiede soluzioni tecnologiche finalizzate a:

  • ottimizzare i processi produttivi
  • supportare i processi di automazione industriale
  • favorire la collaborazione produttiva tra imprese attraverso tecniche avanzate di pianificazione distribuita, gestione integrata della logistica in rete e interoperabilità dei sistemi informativi.

I nuovi processi produttivi si basano in particolare su:

  • tecnologie di produzione di prodotti realizzati con nuovi materiali
  • meccatronica
  • robotica
  • utilizzo di tecnologie ICT avanzate per la virtualizzazione dei processi di trasformazione
  • sistemi per la valorizzazione delle persone nelle fabbriche.

Le agevolazioni previste riguardano:

Iperammortamento

• Incremento aliquota per investimenti

Esempio:  per un investimento in beni I4.0 per 1.000.000€ fino a ieri era previsto un superammortamento pari al  140% del valore ammortizzabile e una riduzione tasse pagate in 5 anni pari a 96.000€. Con il piano industria 4.0 avremo un iperammortamento del 250% del valore ammortizzabile dei beni I4.0 e una riduzione delle tasse pagate in 5 anni pari a 360.000€.

Superammortamento

• Proroga del superammortamento con incremento dell’ aliquota dal 140% al 250% per gli investimenti in soluzioni per l'Industria 4.0.

Tempistiche

• Al fine di garantire la massima attrattività della manovra, estensione dei termini per la consegna del bene al 30/06/18 previo ordine e acconto >20% entro il 31/12/17

Il credito d'imposta alla ricerca dovrebbe passare dall'attuale 25% al 50% per la spesa interna (sulla spesa interna rimarrà al 50%) con il credito massimo per contribuente che salirà da 5 a 20 milioni di euro.

Sono inoltre previste detrazioni fiscali fino al 30% per gli investimenti fino a un milione di euro in startup o PMI innovative, agevolazioni su investimenti a medio/lungo termine e iniziative come acceleratori di imprese focalizzate, ancora una volta, sui temi dello smart manufacturing.

Tutto questo dovrebbe costituire un impegno pubblico del valore di 13 miliardi di euro, a cui si aggiungono i 355 milioni di euro per l'implementazione del piano nazionale Scuola digitale e dell'alternanza Scuola-lavoro sui percorsi coerenti col progetto, i 70 milioni di euro destinati alla formazione specialistica, i 170 milioni previsti per il potenziamento dei cluster tecnologici e infine i 100 milioni per i competence center.

Un totale quindi di ulteriori 700 milioni di euro.

Non mi resta che augurare buona progettazione a tutti.

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